venerdì 15 maggio 2020
I clamorosi casi del vice commissario dottor Cantoni
Urla di "paura"
E' il 27 febbraio 1934, una gelida giornata, quando una telefonata arriva al Commissariato di Porta Vittoria in via Curtatone.
E' il portinaio di un elegante palazzo di corso di Porta Vittoria, avvisa che ci sono i ladri nell'appartamento di un ingegnere che abita al piano rialzato! Se corrono, li possono cogliere con le mani nel sacco.
Il vice commissario dottor Cantoni e maresciallo Nicastro si precipitano fuori dall'ufficio e corrono in auto verso il vicino palazzo.
Salgono i pochi gradini e sfondano la porta. Dentro c'è solo una atterrita giovane domestica, con la divisa e tutta tremante e piangente.
Lei urla che il ladro è saltato giù dalla finestra e il Nicastro, atletico, si lancia giù dai due metri e mezzo del piano rialzato sulle tracce del malvivente.
Nel frattempo Cantoni tranquillizza la giovane e le chiede di raccontare il tutto.
Lei, Sofia Pierazzoli, di anni 24, fu Augusto, nata a Civitavecchia, stava stirando in cucina, quando udì dei rumori provenire da una camera da letto, accorsa, vide un uomo di spalle frugare in una cassettiera!
Lei urlò dallo spavento e quello si girò!
Un uomo grande e grosso con degli enormi occhiali azzurri che gli nascondevano il volto.
La guardò e sorrise, mostrando due file di denti tutti d'oro.
Poi la aggredì e iniziò una feroce lotta tra i due, ma le urla aquiline della giovane spaventarono il malvivente, che aperta la finestra si lanciò nel vuoto.
Il maresciallo Nicastri tornò dicendo che non c'era nessuno di sospetto nei paraggi.
Il Cantoni va nelle camere, le controlla una ad una. Sono tutte in ordine, tappeti, cassetti, letti, tutto perfettamente in ordine.
Torna dalla cameriera a le chiede di chiarire la cosa... dove c'è stata la collutazione? quali cassetti stava frugando il malvivente?
La giovane inizia ad arrossire, perde la sua sicurezza, balbetta e si confonde.
Cantoni, stufo, le dice di seguirlo in Commissariato, dovrà essere interrogata dal commissario capo il cavalier Garro.
La giovane giunge così negli uffici della polizia di Porta Vittoria. La interrogano Garro e Cantoni e in pochi minuti la giovane scoppia a piangere. Si è inventata tutto. Nessun ladro c'era in casa.
Interrogato dai giornalisti Cantoni non sa spiegare il motivo di tale scenata. Ipotizza forse un libro giallo, tanto di moda tra i giovani scapestrati, o un film poliziesco, o forse c'entra il fatto che la ragazza fosse stata lasciata dal fidanzato proprio il giorno prima... e forse era proprio lui, il fidanzato, che entrato di nascosto dalla finestra, con la complicità della ragazza, stava "riappacificandosi" con lei, tanto da farla urlare e da far pensare al custode che vi fossero i ladri!
Nel dubbio, il Cantoni sporse denuncia contro la giovane donna, così che la smetta di importunare i poliziotti con le sue effusione a volume troppo alto.
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