mercoledì 19 febbraio 2020
Storie di Milano - I clamorosi casi del vice commissario dottor Cantoni
Avevamo già incontrato il vice commissario dottor Giacomo Cantoni nell'indagine del Mostro del Fiume Lambro, che per meno di 24 ore trasformò Morsenchio e Monlué nell'equivalente di Loch Ness!
Il vice commissario dottor Cantoni, specializzato in Polizia Scientifica, avendo frequentato il XXI corso del 1933, rimase al Commissariato di Porta Vittoria, con sede in via Curtatone al 21, sino al 1940, quando venne brevemente spostato al Commissariato Compartimentale delle Ferrovie dello Stato, con sede in corso Magenta 24. L'anno successivo venne definitivamente spostato al Commissariato di Porta Genova.
Abitava in via Verona al 13.
Cantoni era già apparso sulle cronache milanesi del Corriere della Sera per altre vicende, che spesso erano caratterizzate da macchiette della Milano di allora e da vicende che avevano tassi di criminalità molto leggeri, forse complice la censura del regime fascista.
Edvige
Passano pochi giorni e un pomeriggio, uscendo dal Commissariato, il dottor Cantoni trova un assembramento di curiosi davanti al bar all'angolo con via Lamarmora.
Al centro vi sono i due litiganti. Entrambi ben in là con l'età, un uomo distinto e molto ben vestito e una donna altrettanto ben vestita, con un enorme seno, molto truccata e ingioiellata.
I due litigano tra le risate di quelli che li circondano.
Cantoni si fa largo tra la folla e chiede lumi.
L'uomo spiega che la donna ha ricevuto una scatola di cioccolatini per errore e che non gliela vuole restituire.
Cantoni fa così sedere i due al bar, dopo aver disperso la folla e poi si fa raccontare il tutto.
L'uomo dice che stava tornando da casa di amici, in Porta Romana, carissimi amici con cui è solito mangiare ogni domenica. E quel giorno era speciale, era l'onomastico della loro piccola nipotina, Edvige, che lo considerava come un altro nonno. Si era così recato a casa degli amici ma il domestico gli aveva sbattuto la porta in faccia! E da dentro la casa erano giunti insulti da parte del suo amico!
Non riuscendo a capire cosa fosse accaduto e totalmente mortificato l'uomo stava camminando verso casa, quando passando davanti al bar in via Lamarmora, si sentì mettere le braccia al collo e baciare sulle guance.
Era lei, indicando la donna.
La donna si chiamava... Edvige e raccontò che la mattina aveva ricevuto una enorme scatola dei migliori cioccolatini di Cova, chiusi in una ricchissima e costosa confezione. Sapendo che l'uomo, di nome Attilio, era solito fermarsi a bere un caffè in quel bar, lo aveva atteso lì. In mano aveva ancora l'enorme scatola di costosissimi cioccolatini. L'uomo raccontò al dottor Cantoni che una decina di anni prima lui e la signora si erano frequentati e stavano quasi per sposarsi, poi, lei, all'ultimo aveva scelto un altro uomo.
Lui aveva tagliato tutti i ponti con lei e il giorno prima aveva mandato quella scatola di cioccolatini a Edvige, ma non lei, bensì la nipotina del carissimo amico!
Forse, aveva scritto per distrazione l'indirizzo dell'altra Edvige!
Cantoni e la donna guardarono l'Attilio, poi la donna consegnò la scatola di cioccolatini e se ne andò.
Il mattino dopo, preceduta da urla, nell'ufficio del dottor Cantoni entrò la signora Edvige.
In mano una enorme scatola di cioccolatini, identica a quella del giorno prima!
"Ancora" esclamò Cantoni.
La donna aprì la confezione e dentro vi erano frutta e verdura marcia e piena di cagnotti.
"Guardi cosa mi ha portato un fattorino stamattina! Ed è pure firmata, Attilio!!!!"
Cantoni convocò il signor Attilio, che tranquillamente raccontò la storia al commissario.
Due giorni prima aveva comprato da Cova due scatole di cioccolatini, una piena e l'altra vuota.
Una era per la bambina Edvige, l'altra, riempita da frutta e verdura fatta marcire appositamente, per l'Edvige adulta, la donna che esattamente 10 anni prima l'aveva lasciato quasi sull'altare e che lui, allora amava profondamente.
Preparate le confezioni aveva invertito gli indirizzi, spendendo la frutta marcia agli amici e i cioccolatini alla donna.
Dopo che la donna aveva dovuto restituirgli la scatola, Attilio si era recato dagli amici e aveva raccontato la storia, donando poi i cioccolatini alla piccola Edvige. Si fece poi dare la scatola piena di marciume e cagnotti e la spedì alla signora Edvige.
Cantoni alzò ancora gli occhi al cielo...
La donna voleva denunciarlo, Attilio sembrava che fosse del tutto superiore alla questione.
Cantoni risolse il caso. Attilio sarebbe stato obbligato ogni anno a regalare una scatola di cioccolatini non solo alla Edvige piccola ma anche a quella grande, che in cambio non si sarebbe più fatta vedere da lui e non avrebbe presentato alcuna denuncia.
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