Il rumore di Stivali riesce perfino a superare lo scroscio della pioggia, nonostante il fango i tacchi del cowboy fanno il loro dovere, come lui, ha sempre fatto il suo. La folla di ombrelli neri, lentamente, si apre lasciando passare il ranger.
In quella macchia nera, in quel cimitero, la sua camicia gialla è un pugno sul mento ma nessuno ha il coraggio di farlo presente. I capelli di Tex sono appiattiti sull'ampia nuca, l'acqua scivola fino al collo per formare una piccola pozza tra i bordi del fazzoletto nero, legato, oggi, più stretto delle altre volte.
Il Cappello, quel cappello, è serrato tra le dita, la pistola dimenticata nella fondina, oggi non ci saranno altri morti. Largo gente. L'eroe lancia uno sguardo alla bara chiedendosi quali occhi possa avere morte, sentendosi triste anche perché, dentro di lui, sa che non incrocerà mai lo sguardo con essa.
Tex non è uomo da appunti, e nemmeno da discorsi, ha deciso di parlare con il cuore in questa assurda giornata.
Le sue sentenze lapidarie, qui, non servono a niente, oggi, per la prima volta Tex non ha da dimostrare nulla, vuole solo ricordare.
Il Cowboy si appoggia al banco osservato dai parenti e dagli amici di Sergio, l'espressione sul suo viso, la domanda incastonata tra i solchi di una vita di battaglie è: come si dice addio ad un amico?
"A volte togliersi il cappello non basta. Sergio e io ci conosciamo da tanto tempo, alcune volte avrà pensato "anche troppo", e non voglio quindi ricordare i suoi successi, so che quelli non potranno mai andarsene dalla mente di tutti noi.
Sono un uomo schietto quanto un cactus, forse il meno adatto per questo compito, Dylan o Nathan avrebbero potuto sicuramente superarmi, sparo meglio di quanto parlo insomma. Ma, per tutti i diavoli, oggi è un giorno di parole, non di proiettili.
Giovanni Luigi Bonelli, il padre di Sergio, mi ha creato e credo che questo ci renda, Sergio e me, in qualche modo fratelli, forse non di sangue ma ci sono cose che volano più in alto del misero sangue, pensieri che lasciano le proprie ombre sulle praterie, veloci e leggeri quanto l'urlo di un coyote e che tuttavia non riesci a toglierti dalla testa.
Sergio e io siamo legati, e lo saremo sempre, se non dal sangue, dall'orizzonte, infinito e sconfinato, è là che devi andare quando la storia è finita, a cavallo verso l'orizzonte.
E se per me, quell'orizzonte non ha confini, è irraggiungibile, gli uomini come Sergio avranno l'onore, il più grande secondo me, di arrivare alla fine di quell'orizzonte.
Io sarò sempre dietro di loro, a fissare la silhouette che si delinea sul sole, ad invidiare quelle parole che io non potrò mai avere: "The End".
La grandezza di una vita, di un uomo, secondo questo vecchio cowboy, si misura dalla sua storia, non come si inizia un cammino, ma come si decide di chiuderlo.
Ricordate, io sono stato un fuorilegge, bravate ne ho fatte anche io, ma non è importante questo, la cosa che non dovete, dobbiamo, dimenticare è come un uomo decide di chiudere la sua ultima mano a poker. Tutto qui.
Sergio, ha vinto, non ha barato e nemmeno bluffato, si è portato a casa tutto il dannato premio e basta e se terremo tutti la bocca chiusa potremmo anche sentirlo tintinnare durante la sua cavalcata verso l'orizzonte.
Con questo pensiero, il pensiero che, dopotutto, è stata una grande storia la sua, ci è più facile lasciarlo andare, sapendo che la magia rimarrà sempre con noi, che quelle parole sul sole non sono state inutili, ma il culmine di una vita di avventure, ci scalda il cuore.
Quando avremo in mano una delle sue leggende, quando mangeremo fagioli al caldo fuoco di sterpaglie, non cercate Sergio in alto, e nemmeno chiuso fra le vignette di un albo, cercatelo negli occhi dei suoi cari, dei suoi amici. Se sarete fortunati, essi staranno guardando l'orizzonte, e sul riflesso fiero, vedrete un uomo a cavallo, allontanarsi... dritto verso il sole." Con questo piccolo speciale, Animeye ha voluto rendere omaggio a Sergio Bonelli, scomparso prematuramente solo poche ore fa. Rimasti senza parole per questa tragedia abbiamo preferito immaginare, con sommo rispetto, il possibile discorso funebre di quello che è stato uno dei suoi più grandi compagni di viaggio e, quindi, lasciare la parola a Tex Willer.
Ringraziamo, Sergio e Bonelli Editore per le avventure che ci ha fatto e ci farà vivere
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento