Carmine Bellezza

Carmine Bellezza
Funzionario al basso servizio del paese

lunedì 13 dicembre 2021

LA LEGGENDA DELLA VALLE DEI PASSERI

 

Splendidi sono i luoghi che circondano il lago Maggiore. Terre lussureggianti, atmosfera magica e una storia ricca di leggende e misteri. Nelle strade di Taino e di Cheglio, per esempio, si sente spesso raccontare la vicenda dell’eremita, una storia meglio conosciuta come “la leggenda della valle dei passeri”.

Un tempo, nei boschi che dividevano i due villaggi viveva un eremita. Un uomo magro, dal passo silenzioso, vestito solo di una lunga tunica scura. I riccioli mori incorniciavano un viso buono su cui aleggiava sempre un sorriso dolce. Non si seppe mai quali furono le circostanze che lo portarono tra i boschi, né quando né pe


rché decise di allontanarsi dagli uomini, si sa solo che presto la sua figura comparve tra gli alberi secolari di quei luoghi. La sua vita trascorreva placidamente tra la preghiera e la cura degli ammalati che da lui cercavano conforto e sostegno. Gli abitanti di Taino e di Cheglio lo guardavano con occhio malevolo e, presto, iniziarono a deriderlo per il modo bizzarro in cui vestiva e per quello stile di vita che non riuscivano a capire. Più erano numerosi gli scherzi a suo danno più l’eremita si rifugiava nella preghiera. Le preghiere però spaventavano gli abitanti pagani della zona e così le risa di scherno non tardarono a tramutarsi in parole d’odio. Tanto cattivi furono i tormenti che gravavano sul giovane e tante le sue preghiere e le sue lacrime che i santi Cosma e Damiano decisero di intervenire in suo aiuto

 A quei tempi una grande siccità colpì la zona, le strade erano ancora malmesse e trasportare l’acqua dal vicino Lago Maggiore diventava un’impresa sempre più difficile. Gli abitanti erano disperati, i capi del villaggio di Taino allora si riunirono al limite del bosco per cercare una soluzione al problema. Il buon eremita per caso passò vicino al consiglio e subito fu additato e deriso. I santi Cosma e Damiano decisero che quello era il momento di intervenire. Quando l’eremita cadde in ginocchio piangente, una moltitudine di piccoli uccellini lo circondò, le loro alucce sbattevano veloci e pian piano la terra acconto a lui iniziò a disperdersi nell’aria. In pochi minuti gli uccellini avevano scavato un grandissimo fossato. L’eremita alzò gli occhi sbalordito e vide i passerotti volare via, pensò che fosse finita lì ma presto un uccellino fece ritorno con una goccia d’acqua nel becco che andò a depositare nel fossato. Dopo di lui tutti gli uccellini fecero ritorno e lasciarono cadere nel fossato tante goccioline d’acqua. A sera il fossato era ormai divenuto un torrente e nacque così la Valle dei Passeri. Gli uomini del villaggio non riuscivano a credere ai propri occhi, corsero subito dall’eremita e lo strinsero in abbracci calorosi. La voce che quell’uomo solitario fosse fautore di un tale miracolo si diffuse e tutti gli abitanti, grandi e piccini, accorsero a ringraziarlo.

 L’eremita con il cuore più leggero e riscaldato dall’affetto dei suoi nuovi amici tornò nei boschi a riposare. In cuor suo sapeva però che non era merito suo se adesso il villaggio godeva di quell’inesauribile fonte d’acqua e alla fine capì che una forza più grande di lui era intervenuta quel giorno.
Il mattino seguente si recò nella chiesa di San Damiano a Cheglio e dipinse una corona di passerotti intorno ai volti della Vergine e dei due Santi, che egli aveva riconosciuto come i veri artefici del miracolo. Improvvisamente le campane iniziarono a suonare e tutti gli abitanti accorsero. I santi mossi da tanta dedizione e modestia avevano donato all’eremita la vita eterna. Alle porte della chiesa gli uomini videro l’eremita circondato dalla luce divina e da allora ogni anno il 25 Gennaio si recano in pellegrinaggio alla chiesa per ringraziare i due Santi Cosma e Damiano e per raccontare ancora una volta la leggenda dell’eremita e della valle dei passeri. 


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