Carmine Bellezza

Carmine Bellezza
Funzionario al basso servizio del paese

mercoledì 29 dicembre 2010

Rapporto Riassuntivo: Buck Rogers nel XXV Secolo











Il ricordo più bello e caro della mia vita è il suono di un giornale ripiegato che vola nell'aria estiva e atterra sulla veranda.

Ogni pomeriggio sul tardi, dai nove ai quattordici anni, quel suono, e il rumore che faceva urtando il muro della casa, o la porta, o una finestra, ma mai l'impiantito della veranda, quel suono aveva un effetto immediato su una persona della casa.

La porta si spalancava di colpo.

Un ragazzo, io, saltava fuori, con gli occhi luccicanti, ansante, le mani pronte a afferrare il giornale e aprirlo perché l'anima affamata di uno dei migliori piccoli intelletti di Waukegan, Illinois potesse cibarsi di: Buck Rogers nel XXV Secolo. Ecco come vivevo - in una febbre, un leggero delirio, un semi-isterismo. Nacqui e fui educato da fanatico. Quando amavo, amavo veramente. Quando impazzivo, ero il mozzo di Ahab, la pazzia impazzita.

In effetti, vivo ancora un po' quel modo.

Quel ragazzo usa ancora la mia anima come trampolino. E Buck Rogers fu la sua prima, la mia prima enorme mania. Noterete che parlo come se fossimo in due. Ma non è forse il caso di tutti noi? Non c'è l'anima che fa festa e il corpo più pratico che guarda dal palco centrale, ammira e applaude questa parata di un uomo solo? Come arrivano queste manie? Come spiegare questi sentimenti agli altri? Non ho risposte facili. In ogni caso, io « ero ».

E quel che ero cominciò, come per milioni di altri ragazzi all'inizio degli anni venti, con i film. "Gobbo di Notre Dame " con Lon Cha, « Mr. Wu », « London Afte, Midnight » e « Il Fantasma dell'Opera » mi crebbero. « lI Gatto e il Canarino », « Il Vampiro » e « lI Gorilla » mi formarono.

Così, quando ebbi nove anni, sul punto di scontrarmi con Buck Rogers, ero un vero figlio del XX secolo. Il che significa che, molto prima di , io ero una persona visiva. E i miei occhi si nutrivano non solo di film ma anche di libri illustrati e dei tesori dei musei di Chicago. Ero in balia di un precoce e immense amore per il Tyrannosaurus Rex, il Brontosaurus, lo Pterodactyl. Per me c'era un breve passo dalle enormi creature morte del passato alle enormi macchine del futuro che fingevano-di-esistere.

Nel 1928 compii il passaggio da una vita di semplice spettatore e osai immergermi nelle prime riviste di fantascienza, che riunivano con il razzo a lunga gittata, con mia grande soddisfazione. « La cenere di un tempo passato unita a ciò che non c'è ancora » rimase la mia costante compagnia in tutti quegli anni in cui non crebbi affatto.
Su, vai avanti, voi dite. Per amor di Dio, smetti il vaniloquio, e parla di Buck Rogers.
Ma, vedete, non posso farlo ancora. Perché Buck Rogers è privo di significato se non riesco in qualche modo a isolarvi per un ' dai vostri beni materiali - l'auto, la casa, la provvista di registratori, radio, tv, ecc. ecc., e farvi piombare nel 1929 e trasformarvi miracolosamente in un ragazzo di nove anni. Il mondo com'era allora?

Non aveva nemmeno un piccolo razzo, né la promessa di un razzo. Oh, sì, più tardi avremmo ricordato che c'erano in giro alcuni pazzi come il professor Stoddard. Ma nessuno gli dava retta. Era un idiota chiacchierone, uno sciocco, un nulla. Von Braun? Era un adolescente in qualche parte della Germania, innamorato del film di Fritz Lang
Girl in the Moon », che stava fondando una buffa società di razzi, in piedi sotto le stelle di notte, un è-stato che non sarebbe mai stato. Pensarci nel 1929! Ma, accipicchia, Armstrong, Aldrin e non erano neanche nati!

Nel 1929 si potevano trovare poche strade decenti e nessuna buona autostrada transcontinentale. Eravamo ottanta milioni di persone meno di oggi. I primi treni aerodinamici erano semplicemente dei progetti. Nessuno aveva spezzato la barriera del suono. In effetti, era impossibile farlo, e chiunque osasse battersi contro gli dei dell'aerodinamica si sarebbe frantumato come porcellana. Erano fatti. Erano cose risapute.

Servizio aereo passeggeri attraverso il paese? Poche migliaia di persone potevano permetterselo.

Gli altri 120 milioni prendevano il treno, partivano bianchi come il latte, arrivavano neri di fuliggine. Se aveste avuto un milione di dollari in quei giorni non avreste potuto acquistare, e neanche trovare, un registratore. Televisione? Forse l'avremmo inventata nel 1999. Radio? Solo una neonata, apparsa pochi anni prima. Anche i film avevano iniziato a farsi sentire, a usare il suono, pochissimi mesi prima che Dick Calkins si accingesse a disegnare Buck Rogers.

Ad ogni buon conto, in paragone al 1969, io fui allevato, come tutti i ragazzi degli Anni Venti, negli ultimi sbuffi dell'America dei battelli a vapore, nell'ultimo girotondo di carrozze, camion del latte e carri del ghiaccio tirati da cavalli pigri. Per spiegarmi meglio, vi prego di ricordare il fumetto « Cap Stubbs » — eravamo proprio io e mia nonna.

Tutta la famiglia del fumetto giornaliero « Out Our Way » era la mia famiglia, aggrappata all'orlo della classe media, sorda al fatto che ben presto nuove bestie meccaniche ci avrebbero travolto. Non fa nessuna meraviglia dunque che Buck Rogers apparisse alla nostra vista come un più grandioso Quattro Luglio, pieno di razzi che celebravano il domani. E quando Buck arrivò, fu molto meglio della in salotto, che Zio aveva appena trasformato in una radio a dieci quadranti con novantamila valvole che trasmetteva una tonnellata di interferenze da « Alpha Centauri » e un quartetto da camera che suonava musica i vostri sogni di Schenectady. Com'era fantastico il mondo di Buck a paragone del garage vuoto in casa nostra, o di quello della casa accanto con una Kissel del 1924 conservata dentro!

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