Carmine Bellezza

Carmine Bellezza
Funzionario al basso servizio del paese

domenica 21 marzo 2010

I Dossier di Gualtiero Gualdi














BRUNO BOZZETTO

Disegno animato e fumetto si mordono la coda: è cosa piuttosto nota.
I più conosciuti « primi eroi » delle strisce disegnate (americane) si sono spesso baloccati altalenandosi dal movimento fluido dentro lo schermo alle azioni « ferme » vissute sulle pagine dei giornali.
Da Mickey-Topolino a Popeye Braccio di Ferro: un discreto esercito!
Vi sono state le eccezioni, naturalmente.
Eccezioni che comunque confermano una realtà le cui ramificazioni sembrano spingersi oggi fin dentro i nostri confini.

Più di un classico personaggio di ieri, infatti (e si può citare per tutti il Bonaventura di Sergio Tofano) certamente dotato di un humus, di una carica vitale che avrebbe trovato nuovo e più ampio spazio d'azione nel cinema, ha avuto il torto di nascere in Italia; in un paese cioè che ha rivolto sempre saltuaria attenzione al disegno animato. Uno status questo che sembra aver perduto finalmente la sua stagnante immobilità.

E non si allude tanto al fatto che i personaggi del « cartoon » di Bruno Bozzetto West and Soda stanno da alcuni mesi vivendo una seconda esistenza in una serie di « strips » disegnate, bensí proprio alla sostanza grafica dei film d'animazione del giovanissimo « catoonist » italiano che ad un certo momento (il duello alla pistola tra Johnny e il Cattivissimo che dalla prateria continua dentro le acque del fiume) ha chiesto sostegno alle regole grafiche dell'onomatopea fumettistica per risolvere il rumore degli spari: i« bang » cioè appaiono scritti dentro la classica nuvoletta.

Nato a Milano nel 1938, Bruno Bozzetto visse a Bergamo (dove suo padre ha un'industria chimica) fino all'undicesimo anno di età.
Tornò quindi nella capitale lombarda do¬ve il suo nome cominciò a acquistare qualche notorietà mentre frequentava al Beccaria le medie superiori: era il disegnatore ufficiale del giornale studentesco dell'Istituto, e Bozzetto incolpa ancora oggi le sue caricature del mondo degli insegnanti di certi voti non brillanti ottenuti allora.

Non ha avuto opposizioni alla scelta di quella ch'è la sua attuale attività artistico-industriale. Aveva diciotto anni quando, tutto solo, con una cinepresa 16 mm. montata su di un tavolo da stiro, realizzò il suo primo breve cartoon: Tapum!

La storia delle armi, che ottenne ampio credito a Cannes. Ciò lo decise più tardi, quando già s'era iscritto alla facoltà di giurisprudenza dell'Università milanese, dì abbandonare lo studio e a dedicarsi esclusivamente al lavoro per il quale - lo abbiamo visto - era predestinato.

Dice scherzando: « Partii con molto entusiasmo, poca conoscenza teorica in quanto fatta sulle scarse pubblicazioni relative a questo argomento, e un'infinita incoscienza».

Fu invece consapevole fin dall'inizio della vita grama ch'era costretto a condurre in Italia il disegno animato commerciale. Perciò affiancò alla produzione spettacolare dei cartoons, nel 1961, l'attività pubblicitaria, aggiungendo a quelli di altri colleghi i numerosi suoi personaggi-marchio, simbolo umo-ristico della civiltà del benessere. V'è anzi da aggiungere che lo sfrut-tamento pubblicitario del disegno animato, anziché umiliarne le caratteristiche, favorí in Bozzetto e negli altri cartoonists italiani l'esplodere di idee che finalmente servirono a sganciarlo dalla suddi¬tanza al grafismo tradizionale, al modulo imposto dai cartoons di Disney, i soli (o quasi) che riesco¬no a dettar legge nel circuito italiano delle sale cinematografiche.
Sarà proprio in luce di questa nuo¬va consapevolezza (e della maturità via via acquisita) che più tardi deciderà di cimentarsi, col gruppo di giovanissimi artisti, animatori e tecnici che lo affiancano nel suo studio di via Melchiorre Gioia, nel¬la realizzazione di un lungometraggio. Vi arriverà comunque per gra¬di. Anche se piuttosto rapidi.
Già il suo secondo disegno animato è infatti nel 1959 di livello professionale.

Lo realizzò in 35 mm in síeme a John Halas, l'animatore ungherese che dal 1940 lavora a Londra insieme alla moglie Joy Batchelor, titolari insieme di una fortunatissima ditta (realizzarono tra l'altro nel '55 un lungometraggio dal romanzo utopistico di George Orwell Animal Farm). Si intitolò La storia delle invenzioni, ma l'accoppiamento, se diede ottimi risultati sul piano tecnico, smorzò la fantasia di Bozzetto che bolliva in-vece dal desiderio di esperienze nuove, rivolta tematicamente all'analisi burlesca del comportamento umano.

Esemplare rimane a questo proposito Alpha Omega, un breve cartoon del 1961 imperniato, con un disegno filiforme, semplicissimo, su di un solo personaggio situato su un fondale neutro. L'uomo cioè che non sa resistere alle nefaste tentazioni, ai vizi, e tira le cuoia dopo inutili tentativi di portarsi sulla strada di una saggia sobrietà. Egualmente valido come invenzione grafica fu l'anno seguente I due castelli.
Raccontava una guerra appunto tra due antichi manieri nello stile (è solo il pretesto per un aggancio mnemonico) delle vignette di James Thurber.

A un'ilarità più corposa, mediterranea, appartengono invece i tre shorts (ne è prevista comunque un'intera seria) con protagonista il « Signor Rossi »: Un Oscar per il Signor Rossi, II Signor Rossi va a sciare, II Signor Rossi al mare.

L'intrepido e sempre inguaiato esemplare di mezza età della fauna umana, con tutti i tic che contraddistinguono l'uomo d'oggi. Si coglie da questi e dai precedenti film di Bruno Bozzetto una predisposizione costante alla caricatura mai fine a se stessa; alla demitizzazione, sempre con un velo di candore che riporta alla mente lo « angelismo » di Jean Effel (con la sua versione grafica della Genesi), di valori fasulli. Atteggiamento ancora più scoperto Bozzetto assumerà in West and Soda, dove i simboli obbediscono a un furbo gioco d'intesa fra schermo e pubblico. Strizzatine d'occhio sorrette da un gusto formale veramente notevole, per il quale egli ha avuto una va¬lida collaborazione nello scenogra-fo Giovanni Mulazzani.

Quasi per paradossale rimbalzo dal clima in cui vive coi suoi collaboratori nel proprio Studio milanese, Bozzetto colleziona episodi realmente accaduti che potrebbero essere portati di peso nei suoi film disegnati. Un giorno ad esempio si trovò tra i piedi, piovuto chissà da dove, un grosso cane S. Bernardo: gironzolava per le stanze e fini in saletta di proiezione mentre si provava l'animazione proprio di Socrate, il bastardo alcoolizzato di West and Soda. Se ne andò come era venuto, insalutato ospite.

Ora Bruno Bozzetto sta pensando al suo secondo lungometraggio a soggetto.
È una nuova sfida all'impopolarità di cui godrebbe il cartone animato non disneyano in Italia (in effetti West and Soda è venuto a distanza di quasi vent'anni dai « cartoons » di Pagot e Domeneghini, cioè da I fratelli Dinamite e La rosa di Bagdad).

Si rivolgerà umoristicamente ancora ad alcuni miti solidificatisi nella nostra società tramite il cinema, la pub¬blicità, la narrativa fantascientifica e il fumetto: da quest'ultimo sem¬bra voler prendere (rovesciandone i significati e quindi le dimensioni) il Superman di Siegel e Shuster.

Piero Zanotto

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